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16 ottobre 1943 - la Deportazione degli ebrei romani

Ai docenti Al personale Ata Agli studenti Alle famiglie Oggetto : iniziative di Istituto per la celebrazione 16 ottobre 1943 - la Deportazione degli ebrei romani

Contenuto circolare

"Il 16 ottobre 1943 fu un sabato di orrore, da cui originò una scia ancor più straziante di disperazione e morte: la deportazione degli ebrei dal ghetto di Roma costituisce una ferita insanabile non solo per la comunità tragicamente violata, ma per l'intero popolo italiano" (Il Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella)
Dando seguito alla Circolare dell'8 ottobre u.s., si comunica che in occasione della giornata di venerdì 16 ottobre p.v., ricorrenza dei tragici fatti legati alla cosiddetta "razzia" del Ghetto di Roma - che vide il rastrellamento di 1259 cittadini ebrei, tra cui 207 bambini, prelevati dai nazisti e poi deportati ad Auschwitz, da cui tornarono soltanto 15 uomini e una donna - il Gruppo di istituto "Storia e Memoria del '900" propone ai docenti ed agli studenti le seguenti attività ON LINE :


ATTIVITA’ DESTINATARI ORARIO

INCONTRO CON IL SIG. GIANNI POLGAR*

CLASSI V

10 / 11.30

Le classi coinvolte faranno ricreazione subito dopo la conclusione dell’attività

INCONTRO CON 3 TESTIMONI SCAMPATI AL RASTRELLAMENTO

(FONDAZIONE MUSEO DELLA SHOA’)

https://www.facebook.com/FMSonlus

CLASSI IV E III

A PARTIRE DALLE 11.00

L'organizzazione tecnica relativa all'incontro con Gianni Polgar sarà di competenza dell'Istituto; per l'incontro organizzato dalla Fondazione Museo della Shoà, basterà collegarsi nell'orario indicato all'indirizzo Face Book segnalato. Per qualunque altra informazione/precisazione, è possibile rivolgersi alla prof.ssa A. Rossi per la sede di via Sarandì, al prof. M. Gianiorio per la sede di via della Cecchina.

Roma, 14.10.2020
Il Dirigente scolastico

Prof.ssa Daniela Crestini

 

* Gianni Polgar è nato a Fiume da una famiglia di origine ungherese. «Mio padre era avvocato, fu radiato dall'albo e nella primavera del 1939 ci trasferimmo a Roma. Io fui nascosto all'istituto De Merode a piazza di Spagna. Vaglielo a spiegare a un bambino di 7 anni che il suo nome non era più Gianni ma Franco Terenzini, che quella signora che veniva a trovarti non era tua madre ma zia Annetta, altrimenti ti portano via, che devi dire di essere orfano con i genitori morti sotto un bombardamento e soprattutto che non puoi recitare le preghiere che ti hanno insegnato. Ce n'erano altri di bambini ebrei, ci fecero fare i chierichetti e anche Prima Comunione e Cresima. Nella maturazione uno elabora certi fatti ma ti lasciano segni indelebili». Il resto della famiglia rimasto a Fiume non ebbe la stessa sorte e finì sterminata ad Auschwitz.

 

Pubblicato: 08.09.2024 - Revisione: 08.09.2024